CANTATE DAI BALCONI MA NON VI LAMENTATE

Vogliamo tutti sapere quando finisce.
Vogliamo avere una data, per il nostro matrimonio, per il primo abbraccio, per il ritorno al lavoro.
Vogliamo avere un data di scadenza per tornare alla vita.

Mentre aspettiamo di sapere quando questo reale incubo sarà finito, facciamo dirette Instagram cimentandoci in lezioni di yoga e improvvisandoci master chef, video chiamiamo amici e parenti, organizziamo concerti sui balconi di casa.

Abbiamo scoperto l’umanità, il nome del nostro vicino, il senso di attaccamento al Paese, e che si poteva pulire casa fino a farla diventare a prova di ispezione igienica.

Eppure non abbiamo smesso di fare le cose che sappiamo fare meglio: non rispettare le regole e lagnarci.
Ci viene di chiesto di non uscire ma il furbetto del quartiere lo fa comunque perché tanto a lui non toccherà di stare male.
Troviamo sempre una scusa per dispiacerci di dover rimanere chiusi in casa con i figli o quelli che ci siamo scelti come compagni di vita, per mugolare di quanto è lunga la fila al supermercato, per piagnucolare di quanto è dura non poter stare all’aria aperta.

È arrivato il momento di SMETTERLA!
E quello di fare ciò che ci viene chiesto, di rispettare i medici in corsia e le persone che soffrono, che se ne sono andate senza manco l’abbraccio di chi volevano bene, e di farla finita di pensare che anche se c’è una guerra là fuori la nostra battaglia personale è più importante.

Continuiamo a fare le pizze, i tutorial on line, e Jane Fonda sui social, ma facciamoci tutti il favore di non lamentarci più.
Non abbiamo più il diritto di farlo ma invece l’obbligo di starcene buoni aspettando che passi.

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